Mondo: due facce della stessa America

22 Luglio 2019

Conclusi trionfalmente i Panamericani U20 con quattro ori del fenomeno Boling e tre record mondiali, l'atletica USA si offre ai verdetti spietati dei Trials, da giovedì a domenica. 

di Marco Buccellato

Lo spettacolo sta per continuare. Esaurita la kermesse dei XX Campionati Panamericani U20 a San José, in Costa Rica, i big e i meno big a stelle e strisce convogliano su Des Moines, Iowa, per un'edizione dei campionati statunitensi ancora una volta con il taglio senza appello della ricerca del posto nel team USA che affronterà il mondiale d'inizio autunno a Doha. In Costa Rica, la rappresentativa giovanile USA ha dominato oltre le previsioni, conquistando 21 medaglie d'oro (tre volte e mezzo quelle del secondo team nel medagliere, il Canada), e la bellezza di 50 medaglie, il triplo del Canada e della Giamaica (17, numero che ricorre nei paesi saliti sul podio, su 36 rappresentati). Superstar assoluta, Matt Boling, lo sprinter bianco che ha vinto quattro titoli, i 100 in 10.11, i 200 in 20.31, e le due staffette con doppio record del mondo di categoria, in 38.62 (con Smith, Ofotan e Moore, precedente 38.66) e in uno straordinario 2:59.30 (Lewis, Boling, Moorer e Robinson, ancora un U18), il primo sub-tre minuti nella storia dell'atletica sotto i vent'anni (precedente 3:00.33), e seconda prestazione mondiale stagionale assoluta.

PRIMATO SUPER - Il terzo record del mondo della manifestazione, con la 4x400 femminile, 3:24.04 a firme congiunte di Alexis Holmes, Kimberly Harris, Ziyah Holman e Kayla Davis, ha tolto addirittura tre secondi e mezzo al vecchio limite di 3:27.60. Tra gli altri risultati di grande rilievo, il 45.04 sui 400 proprio di Justin Robinson (primo allievo sotto i 45 in 44.84, di recente) e il record sudamericano U20 dell'ostacolista brasiliano Alison Alves dos Santos in 48.49. Oltre ai tre record mondiali, la manifestazione va in archivio con sette record dei campionati e con grandi cose anche dai team sudamericani, con due primati nazionali assoluti e sei record U20, di cui uno migliore di quello U23. Chiuso un capitolo d'oro per gli USA, si apre quello dei campionati nazionali. I famigerati Trials.

CROCE E DELIZIA - Spesso, più croce. Le forche caudine del "dentro o fuori" dei Trials faranno anche quest'anno vittime illustri, magari clamorose. Sfuggono alla regola della qualificazione obbligatoria i campioni del mondo in carica, grazie alla wild card che gli garantisce il diritto di difendere il titolo mondiale. Sono ben otto i campioni del mondo USA di Londra 2017: Justin Gatlin (100), Sam Kendricks (asta), Christian Taylor (triplo), Tori Bowie (100), Phyllis Francis (400), Emma Coburn (siepi), Kori Carter (400hs) e Brittney Reese (lungo). Più complesso il discorso dei vincitori di Diamond League: nella stagione in corso, ai vincitori del 2018 succederanno quelli del 2019 (a inizio settembre) prima dello svolgimento dei campionati mondiali (a fine settembre). Nel caso degli statunitensi, cinque atleti hanno vinto il Diamond League Trophy l'anno scorso (Coleman, Lyles, Kerley, McNeal e Muhammad).

Se nelle stesse specialità vincerà un altro statunitense, andrà al mondiale, a discrezione, uno solo.

OUT & IN - Rinunce: annunciati i forfait di alcuni big, alcuni nella fase calante della carriera, come i due Merritt (Aries e LaShawn), Gay, il siepista Jager, e Lolo Jones che però vuole riprovarci l'anno prossimo per i Giochi, a 38 anni. Noah Lyles farà solo i 200, riservandosi la doppia qualificazione su 100 e 200 ai Trials olimpici del 2020. I presenti e favoriti: Coleman sui 100 (Gatlin è comunque iscritto, come Ronnie Baker, ancora ai box quest'anno) e anche sui 200, dove troverà appunto Lyles. Michael Norman sui 400, Chelimo sui 5000. Sugli ostacoli, probabile replica degli NCAA con Holloway-Roberts. Attesissimo all'esordio ai Trials Rai Benjamin sui 400hs, e Ryan Crouser nel peso, il cui ultimo test (22,44 in California) la dice lunga sulla forma del gigante dai capelli rossi. Donne: pur se nelle cronache con il suo 10.75 degli NCAA, l'U20 Sha'Carri Richardson non è la scelta obbligata dei 100, dove nel mazzo delle favorite circolano almeno altri 4-5 nomi. In forse la partecipazione di Alyson Felix sui 400, attesi scontri di prim'ordine sui 1500 (Houlihan-Simpson), 100hs (Harrison contro tutte), 400hs (McLaughlin in pole), asta (Morris, Nageotte e la veterana Suhr) e aria di primato nazionale nel martello oltre i 78 metri con il duo Price-Berry.

ANITA NO - Per restare in argomento martello, la primatista mondiale Anita Wlodarczyk, tre ori consecutivi ai mondiali e doppietta olimpica, si è chiamata fuori dalla trasferta di Doha. La polacca si è sottoposta a un intervento in artroscopia al ginocchio, con conseguente rinuncia alla difesa del titolo iridato. Fine stagione anticipata anche per una delle migliori ostacoliste europee, la tedesca Pamela Dutkiewicz, messa k.o. da un danno muscolare durante il riscaldamento pre-Monaco in Diamond League.

EUROPA & AUSTRALIA - Va segnalata la serie straordinaria del discobolo svedese Daniel Stahl una settimana fa nel Grand Prix di Varberg, con ben quattro lanci oltre gli 80 metri e un best di 70,89. A tre lanci over-70 nella stessa serie, si sono fermati l'estone Ger Kanter, sempre su una pedana svedese, nel 2006, e il lituano Alekna a Zurigo nel 2000. Era vecchio di ben 43 anni il record australiano degli 800 femminili, migliorato ieri a Londra da Catriona Bisset. Il secondo primato nazionale più vecchio dell'atletica aussie. Resta ancora saldo, dall'austerità dei suoi 50 anni di permanenza, il record più longevo, il 20.06 di Peter Norman nella finale olimpica di Città del Messico nel '68.

CAMPIONATI NAZIONALI - Non solo Trials USA. All'estero, il prossimo fine settimana vedrà la disputa dei campionati francesi (con ospiti illustri quali Ta Lou, Johnson-Thompson e la 400ista del Niger Seyni), di quelli canadesi (De Grasse contro Brown nello sprint), di quelli della Repubblica Ceca, con tutti i migliori compresa la primatista del mondo di giavellotto Spotakova, di quelli inglesi a Manchester e ancora, tra i principali, Olanda e Grecia.

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Michael Norman (foto Colombo/FIDAL)


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